Le professioni sanitarie sono sottoposte a molti rischi, ecco perché l'assicurazione medico è particolarmente importante: vediamone le caratteristiche principali
La professione del medico, qualunque sia il tipo di specializzazione in proprio possesso, presenta moltissimi rischi: anche un errore banalissimo può causare gravi danni alla salute dei propri pazienti. Per tutelarsi nei confronti di tali rischi, è necessario stipulare un'assicurazione medico che, nella copertura relativa alla responsabilità civile verso terzi, è divenuta obbligatoria in Italia soltanto nel 2012.
Il medico può esercitare la propria attività sia come libero professionista, da solo o all'interno di uno studio medico associato in cui siano presenti diversi specialisti, sia come dipendente di una struttura ospedaliera o di una clinica, pubblica o privata. In questo secondo caso, spesso accade che gli errori compiuti da un medico mentre presta la sua opera nella clinica vengano attribuiti, in misura uguale, allo stesso medico ed alla casa di cura in questione. Risulta infatti molto difficile separare la responsabilità civile oggettiva del professionista da quella della struttura, pertanto una colpa congiunta è quella che più di frequente viene riconosciuta dalla legge. In questo caso l'assicurazione medico sottoscritta dal libero professionista in maniera autonoma si integra con quella eventualmente presente nell'azienda per cui lavora: nel caso in cui la clinica abbia una polizza, l'assicurazione personale del medico interviene solo se il massimale previsto dalla clinica è inferiore al danno causato (si parla di polizza che agisce “a secondo rischio”). Nel caso in cui la clinica sia sprovvista di qualunque polizza oppure abbia una polizza che al momento non risulta operante, l'assicurazione personale del medico agisce “a primo rischio” e quindi tutela, nei limiti previsti, il professionista per la sua responsabilità civile.
La professione medica rappresenta un raggio d'azione abbastanza particolare per le assicurazioni: a seconda della specializzazione praticata, infatti, l'attività dell'assicurato sarà più o meno rischiosa, e le conseguenti coperture dovranno avere un raggio più o meno ampio. Si pensi, ad esempio, ad un medico chirurgo, che quotidianamente effettua operazioni anche molto delicate, e, di contro, ad un medico di medicina generale, che esercita la sua attività in uno studio indipendente. Il primo professionista, ovviamente, costituirà per la compagnia d'assicurazione un rischio molto più elevato, poiché i danni che potrebbe causare ai pazienti sono probabilisticamente più frequenti e più gravi. Ne consegue un premio annuo più alto che, solitamente, si accompagna ad un massimale maggiore e ad altre garanzie accessorie sottoscrivibili opzionalmente dal medico.
Tra le coperture aggiuntive più diffuse segnaliamo la tutela legale, che prevede il rimborso di tutte le spese legali che un medico deve affrontare durante la propria difesa in una causa discussa davanti a un tribunale, indipendentemente dall'esito della causa stessa. Un'altra copertura che gran parte dei medici decide di aggiungere alla sua assicurazione è quella relativa alle mani ed alla vista. Questa tutela opera nel caso in cui anche un solo dito o parte di esso venisse danneggiato in maniera permanente, oppure nell'eventualità in cui si verificasse la perdita della facoltà visiva, ad uno o entrambi gli occhi: viene previsto un capitale assicurato, che viene corrisposto in percentuale variabile a seconda della lesione occorsa al medico, il quale, in conseguenza di ciò, perde parzialmente o totalmente la capacità di svolgere la sua professione.
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